Archive from gennaio, 2008
Gen 13, 2008 - Senza categoria    No Comments

CONCLUSIONI

Questo viaggio in terra d’Africa ha lasciato in me un segno indelebile. Non solo un nostalgico o romantico ‘mal d’Africa’ per la bellezza selvaggia di quelle terre, ma anche e soprattutto un certo disappunto per aver visto coi miei occhi e impresso nella mia mente numerose immagini di una condizione di vita povera e disagiata in cui vivono milioni di persone. E quindi un senso di profonda ingiustizia, se paragonata alla condizione in cui siamo abituati a vivere, circondati da mille cose inutili e nello spreco di risorse preziose.

Ho visto molta povertà materiale ma anche molta ricchezza spirituale. Nei numerosi sorrisi di bimbi e adulti che ho incontrato, ho potuto notare la serenità e l’armonia di una vita semplice, anche se piena di stenti e di fame non saziata.

E ho avuto la fortuna di incontrare i missionari, persone eccezionali che ci hanno accolto come padri, madri, fratelli e sorelle di un’unica famiglia umana e che nell’accompagnarci in questo angolo di mondo ci hanno insegnato come stare in mezzo alla gente, instaurare rapporti semplici e profondi con tutti, con un’attenzione particolare ai più bisognosi e indifesi.

Ritornato nella società dei consumi, non posso che ripromettermi una vita più sobria, senza desiderare di circondarmi di cose non essenziali, senza sprecare risorse preziose come l’acqua, ma utilizzando tutti gli strumenti possibili a disposizione per dare un aiuto, seppur piccolo, ai nostri missionari impegnati in prima linea a servizio degli ultimi. Come la vendita dei prodotti artigianali delle donne Turkana nei mercatini delle solidarietà o nelle feste di paese, la raccolta di fondi per singoli progetti o per l’adozione a distanza dei ragazzi e delle ragazze della scuola primaria in memoria di John Asteggiano.

E cercare di sensibilizzare più gente possibile sullo squilibrio ingiusto di ricchezze e condizioni di vita tra il nostro mondo e i Paesi poveri. Spero con questo diario di aver contribuito alla causa.

AGGIORNAMENTI

Dal nostro viaggio ad oggi sono accadute molte cose nella missione di Marsabit.


Gennaio 2007 – Dopo tanti anni di onorato servizio Mons.Ambrogio Ravasi, allora vescovo di Marsabit, è stato sostituito da mons. Peter Kihara, keniota.

Purtroppo la fantastica Suor Betta (all’anagrafe Beta Almendra) ha dovuto abbandonare la missione di Marsabit per problemi di salute. Dopo aver subito un delicato intervento chirurgico in Portogallo si è ripresa velocemente e con la sua consueta vitalità si occupa di pastorale giovanile e missionaria nel suo paese. A Marsabit ha preso il suo posto suor Gabriella.

Padre Jesus Lobato è stato trasferito a Nairobi al Seminario comboniano, dove ci ha accompagnati per l’ultimo pernottamento del nostro viaggio.

A Maikona sono arrivate le suore messicane nella casa in cui erano in corso i lavori durante la nostra visita.

Nell’estate 2007 Don Bartolomeo Venturino, il primo Fidei Donum italiano partito da Alba nel 1958 per il Kenya è tornato per alcune settimane per una visita nella sua amata Marsabit, dopo 20 anni di assenza. Ha così potuto festeggiare insieme a don Paolo Tablino i 50 anni dall’enciclica ‘Fidei Donum’ (1957) con cui Papa Pio XII invitava all’impegno missionario i presbiteri, i diaconi e i laici cattolici.

Gennaio 2008 – E’ stata inaugurata la nuova casa delle Suore della Carità di Madre Teresa, edificata vicino alla Chiesa della missione di Marsabit, che ospitano 15 bimbi senza famiglia o con problemi familiari.

E’ stata anche aperta la casa per disabili con le Nirmala sisters a Dirib Gombo, che abbiamo visto in costruzione.

L’ex-vescovo, mons. Ambrogio Ravasi è andato a vivere con don Tablino nel Santuario che domina Marsabit. Alle suore comboniane di Marsabit si è aggiunta una nuova suora ugandese (ora sono in quattro).

I disordini nel paese seguiti alle elezioni presidenziali del 27 dicembre 2007 per fortuna non hanno toccato Marsabit. L’unica conseguenza è stato un aumento generale dei prezzi (30-40% nel giro di pochi giorni!) per la mancanza di approvvigionamenti dalla capitale.

Giugno 2008 – Don Gino Chiesa e un gruppo di persone dell’associazione Karibuni di Cherasco visitano la missione di Marsabit accompagnati da don Bartolomeo Rinino. Il viaggio era previsto a gennaio per l’inaugurazione della nuova casa delle Suore della Carità, ma i disordini nel Paese hanno costretto a rimandare la visita.

Agosto 2008 – Don Gino Chiesa fa il bis: con un gruppo di giovani del gruppo missionario interdiocesano ‘Per chi parte, per chi resta e per chi è rientrato’ compie un viaggio in diverse missioni del Kenya, tra cui Marsabit. E’ il primo gruppo a visitare la baraccopoli di Korogocho dopo i disordini scoppiati nel Paese in seguito alle elezioni del dicembre 2007.

Novembre 2008 – Patrizia Manzone, che organizzò il nostro e altri viaggi nella missione, giunge a Marsabit come missionaria laica, dove conta di restare 3 anni. Si profila un periodo di diversi avvicendamenti fra missionari: arriva padre Karoli, kenyota, che da Pasqua sarà il parroco di Marsabit in sostituzione di padre Alex Ferreira che tornerà in Portogallo; arriva padre Paolo Malerba, pugliese di origine ma albese di studi; arriva padre John, brasiliano, in sostituzione del connazionale padre Jovercino. Fra le suore, Ornella torna a casa per assistere la mamma malata e viene sostituita da suor Teresa dal Sudan; arrivano suor Kevin e suor Pierina, mentre suor Alberta trascorre alcuni mesi in Italia per un intervento all’anca.

Febbraio 2009 – Suor Alberta ritorna a Marsabit dopo l’intervento all’anca e la riabilitazione, ma andrà alla missione di Moyale, ai confini con l’Etiopia.

Aprile 2009 – Dopo 20 anni in Kenya, di cui 13 come parroco di Marsabit, padre Alex Ferreira torna in Portogallo. E’ stato il successore dei padri fondatori albesi della missione,  soprattutto di padre Giovanni (John) Asteggiano, che è stato parroco per 13 anni fino alla sua morte, e che la gente ricorda con affetto filiale. Padre Alex è stata la nostra guida di riferimento nel viaggio del 2006, ed è stato il missionario con cui mi sono legato maggiormente, scambiando con lui alcune lettere nel corso degli anni. Gli succede padre Karoli Mwambi, comboniano originario del Sud del Kenya.

Maggio 2009 – E’ mancato don Paolo Tablino, uno dei fondatori della missione di Marsabit. Aveva avuto una infezione (una sorte di flebilte) ad una gamba e l’infezione era arrivata fino ad un rene, bloccandolo. Questo ha richiesto una dose di antibiotici molto forti, che lo hanno indebolito molto, e non è riuscito a riprendersi, nonostante le cure negli ospedali di Wamba e Nairobi. E’ stato sepolto sulla collina che domina Marsabit, vicino al Santuario dove ha trascorso gli ultimi anni (e dove ci accolse nel 2006), dopo un funerale molto partecipato dalla popolazione (da Alba c’era don Gino Chiesa).

11 febbraio 2012 – Patrizia Manzone, da più di 3 anni missionaria a Marsabit, si sposa con Michael Kasela di Maikona.

Marzo 2022 – Col marito Michael e i figli Emily, Andrea John e Dominic, Patrizia Manzone torna in Italia nella casa parrocchiale di Cherasco (CN) come “famiglia missionaria a km.0”. Affida il racconto della sua esperienza missionaria in Kenya ad un libro dal titolo “Senza frontiere – Diario di una missionaria laica in Kenya“.

Gen 12, 2008 - Senza categoria    No Comments

Presentazione breve


Cartina del Kenya col percorso effettuato da Nairobi a Marsabit (circa 600 km.)
Quello che vi presentiamo è un viaggio organizzato dal Centro Missionario Diocesano di Alba per conoscere la realtà della Missione di Marsabit in Kenya.
Marsabit è il centro principale della Missione fondata negli anni ’60 da don Paolo Tablino, che abbiamo trovato là, e don Bartolomeo Venturino, oggi ad Alba, e che nel corso degli anni ha coinvolto altri preti della nostra zona: don Giovanni Asteggiano (mancato nel 1993), don Vincenzo Molino (attuale parroco di S.Stefano Roero), don Giacomo Tibaldi (attuale parroco di Govone). Attualmente l’unico prete diocesano presente è don Bartolomeo Rinino, tornato a Marsabit nel 2005. La Missione è affidata dal 1998 ai Comboniani.